15 aprile 2010

Una vita a tempo di cinema

Ripubblico qui sul mio blog un post che ho scritto su un altro blog un po' di tempo fa. Non prende in considerazione quella mezza cagata di Zack & Miri e nemmeno Cop Out, che sembra essere pure peggio. E nemmeno le ultime sbroccate di Smith su Twitter a proposito delle [pessime] recensioni ricevute da Cop Out un po' ovunque.

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Ho appena visto di vedere Clerks 2. Mi è piaciuto tantissimo, ho riso di gusto e ha dei momenti davvero indimenticabili, ma non voglio parlare di questo.

Sull'ultima scena del film mi sono accorto del parallelo che la mia vita degli ultimi dieci, o poco più, anni ha avuto con i film di Kevin Smith. È quasi inquietante la precisione con cui le sue pellicole hanno scandito il passare del tempo ed è impressionante come, per tanti versi, il suo crescere, maturare e invecchiare sia stato anche il mio.

1994, Clerks. Il periodo del cazzeggio, degli anni passati all'università a fare finta di studiare, a dare esami controvoglia nel tentativo di prolungare la giovinezza. Il film è in fondo molto simile: sboccato, irriverente, divertente fino alle lacrime, ma con la stessa voglia di non crescere, di rimanere ragazzi ancora per un po' e di godersi la mancanza di responsabilità.








1995, Mallrats. Questo l'ho visto anni dopo l'effettiva uscita, in DVD quando ormai mi ero trasferito già a Londra, ed è probabilmente il film meno ispirato di Smith. Va bene, non c'entra abbastanza un cazzo con la mia vita, ma andava citato per dovere di cronaca.






1997, Chasing Amy. Uno dei miei film preferiti di tutti tempi. Ancora incazzoso, sboccato e con gemme comiche di rara bellezza ("You fucking tracer!" o "Now that, my friend, is a shared moment."), ma cominciano a sorgere i primi segni di maturità. Le riflessioni sui rapporti tra le persone e le perle di saggezza che Silent Bob elargisce nella tavola calda sono cose che non si dimenticano facilmente, e dimostrano come, nonostante non abbia perso la sua vena comica, Smith abbia cominciato a pensare ad altro.



1999, Dogma. Per me l'anno che ha segnato il cambiamento netto è stato il 2000: ad aprile mi sono comprato la moto, poi rivenduta pochi mesi dopo, a giugno mi sono trasferito a Milano per lavoro e a ottobre ho mollato baracca e burattini e mi sono trasferito a lavorare a Londra, dove ancora risiedo. E contemporanamente, o quasi, Smith affronta un tema "spesso" come la religione. A suo modo, certo, ma è evidente come il periodo delle domande e delle riflessioni sia ormai avviato e inarrestabile.



2001, Jay and Silent Bob Strike Back. Smith cerca di riportare in vita il genere delle slapstick comedy. Il film è una serie di citazioni di citazioni di citazioni prese dagli altri film di Smith, dai lavori altrui e da altri media come internet e la televisione. Ci prova quasi seriamente a tornare il ventenne o poco più che tirò fuori dal cilindro Clerks, ma la vena non è più quella di una volta. E io nel frattempo mi adattavo a colpi di pinte di birra al mio nuovo stile di vita e cercavo di fare il cazzone a mio modo.



2004, Jersey Girl. Questo è nettamente il film che ha marcato la maturazione di Smith, ormai sposato e con una figlia (o un figlio?).
Non so perché, ma mi è sempre sembrato il perfetto "seguito" spirituale di Chasing Amy. Se in quest'ultimo Ben Affleck doveva accettare il passato movimentato della non così lesbica Alyssa (You're dating Fingercuffs?! Holy fucking shit!), in Jersey Girl invece ha a che fare con questioni molto meno "esotiche" come una bambina da accudire, un padre che sta invecchiando e ha paura di morire da solo e il desiderio di inseguire il miraggio di una vita passata. I temi sono simili per certi versi, quello che è diverso è l'età del regista e dello spettatore.
Io non ho vissuto niente di simile, lo confesso, ma mi sono accorto di essere cambiato con Kevin Smith perché il film mi è piaciuto, e molto. E mi sono anche reso conto che un film del genere, ai tempi di Chasing Amy, così come Smith non lo avrebbe mai girato, io non lo avrei mai voluto guardare.


2006, Clerks II. Si torna al Quick Stop, e si torna con la mente a quegli anni. Per Dante e Randal si tratta di ricordare delle giornate scanzonate passate nel negozio (o sul tetto dello stesso a giocare a hockey e a bere Gatorade), per me si tratta di ripensare al 30 meno 1 di Storia del cinema perché non mi sono ricordato che cazzo di avvenimento storico veniva nominato nel newsreel con cui si apriva Citizen Kane (l'invasione della Baia dei Porci, per la cronaca) e a tanti altri episodi più o meno felici (ti ricorda niente Pieve Ligure, Andre?).
Un film su come tutto cambi e come tutto rimanga uguale, come a dire che, invertendo l'ordine degli addendi, il risultato non cambia. O forse il risultato può essere diverso se lo si vuole davvero.


Non sono mai stato interessato alle persone famose, ma Kevin Smith è forse l'unico che vorrei davvero conoscere, per scoprire se quanto sopra è solo frutto dell'ora in cui sto scrivendo o sei ci sia qualcosa di vero.
E intanto un grazie a quello che è probabilmente il mio regista preferito, non tanto per la qualità dei suoi film, che adoro, ma per come mi faccia pensare ai fatti e alle cose e fare le 5 del mattino per scrivere su un blog.

Buona notte, o buongiorno, a tutti voi, amanti dell'interspecies erotica.

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