30 dicembre 2012

Indie Game: The Movie

Primo post da mesi a questa parte e ultimo post del 2012.

Ci è voluto un documentario come Indie Game: The Movie per farmi tornare voglia di scrivere sul blog, dopo mesi in cui ho visto pochi film che, sebbene mi siano piaciuti, non mi hanno spinto a tornare da queste parti. E non è un caso che sia stato proprio Indie Game a ispirarmi per un nuovo post, perché parla di videogiochi e di persone che inseguono i propri sogni e le proprie passioni, sacrificando tantissimo in termini di affetti e salute mentale e fisica. Erano mesi che avevo il file sul mio NAS, regolarmente comprato sul sito ufficiale del film non mi ricordo nemmeno più quando, ed è stato un film assai natalizio per molti versi.

Indie Game segue lo sviluppo di due giochi che gli appassionati conoscono sicuramente, Super Meat Boy e Fez. Il primo è un platform difficilissimo e crudelissimo che nel 2010 è stato uno dei giochi migliori usciti su Xbox 360 (c'è anche su PC) e che a oggi ha venduto più di un milione di copie, mentre il secondo è la creatura di Phil Fish, un gioco di piattaforme ed enigmi che ha impegnato il suo creatore per oltre quattro anni, riscritto quasi interamente da capo almeno tre volte nel corso del suo sviluppo . A fare da contorno alle interviste ai ragazzi che lavorano a questi due giochi ci sono gli interventi di Jonathan Blow che ci racconta la genesi e il suo rapporto con il mai troppo lodato Braid (e di cui trovate una mia recensione qui).

Indie Game ci racconta cosa sono i giochi indie attraverso le parole di quattro persone che li fanno per lavoro e passione, prodotti su cui lavora un gruppo talvolta formato addirittura da non più di uno o due persone e libero dai limiti creativi e gli obblighi commerciali imposti dai grandi publisher (come Activision ed Electronic Arts, per fare due nomi d'esempio). Un gioco indie è un lavoro personale, la forma di espressione scelta dagli autori per comunicare con il resto del mondo perché talvolta le parole sono inadeguate o sono difficili da usare. Come ci dice Blow, è un lavoro imperfetto per propria natura d'essere, perché non deve e non può sottostare alle leggi di mercato, e sono proprio quelle imperfezioni che catturano la nostra attenzione, esattamente come sono le imperfezioni delle persone che ci attirano (volenti o nolenti).

Indie Game è anche la storia dello sviluppo e del lancio di tre dei giochi indie più famosi degli ultimi anni (Braid, Super Meat Boy e Fez appunto), e di quello che i loro autori hanno passato per coronare il loro sogno. Perché mentre per tanti un lavoro è solo un modo come un altro per portare a casa i soldi necessari per vivere e divertirsi, nel caso di Jonathan Blow, Edmund McMillen, Tommy Refenes e Phil Fish fare videogiochi è una passione e, per assurdo, vendere e fare soldi non è la prima voce in cima alla lista di obiettivi da completare.

Indie Game è documentario bellissimo, toccante e appassionante per tutti coloro che, come me, sono cresciuti con i videogiochi come un elemento integrante della propria infanzia e adolescenza. La mia è la generazione che ha visto il videogioco nascere e crescere e guardare un film che racconta così bene la nostra passione è toccante, così come lo è vedere l'intensità delle emozioni vissute delle persone protagoniste di questo documentario. Non va dimenticato che per ogni Braid che ha successo e cambia la vita (in positivo) del proprio autore, ci sono tantissimi altri giochi indie che "non ce la fanno", tante storie di sviluppatori che non arrivano a vedere la coronazione del proprio sogno. Forse non sarà altrettanto godibile per chi di videogiochi non sa o non vuole sapere niente, ma Indie Game: The Movie è una delle cose più piacevoli con cui ho avuto a che fare quest'anno.
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