28 luglio 2008

BSG

L'acronimo del titolo sta per Battlestar Galactica, una delle serie TV più belle che abbia mai visto. Alla recente Comic Con 2008 svoltasi non so dove in America (possibile che sia San Diego?), c'è stato un gruppo di discussione a cui ha partecipato parte del cast e il pubblico, il tutto moderato da Kevin Smith.
Qui trovate un breve resoconto di quanto è stato detto. C'è qualche piccola informazione su quello che ci aspetta nella seconda metà della quarta e ultima serie, prevista per febbraio 2009 se non sbaglio. Can't fucking wait.

20 luglio 2008

Last year I killed a man

"At 9.45am on Saturday, June 23 2007, I killed a man. A perfectly ordinary man, on a perfectly ordinary summer's day. CCTV pictures show him entering the station, unremarkable among all the passengers going to the West End. He waited at the front of the platform until he could hear my train approaching, then he calmly stepped down on to the tracks and looked directly at me as he waited for the impact."

Leggete il resto qui.

19 luglio 2008

Robin va a donne

A questo indirizzo trovate un godibilissimo corto con Sam Rockwell nella parte di Batman e Justin Long in quella Robin. Otto minuti davvero piacevoli.

18 luglio 2008

Ammazzarsi di lavoro

Questa espressione è solamente un metafora.

O, per lo meno, lo è in praticamente tutto il mondo tranne che in Giappone. In Giappone la gente si ammazza sul serio di lavoro. E spesso lo fa persino gratis, visto che lo straordinario e i corsi di aggiornamento sono considerati da molte compagnie dei "contributi volontari" da parte del lavoratore. Le ore extra arrivano addirittura a toccare le 80 ore settimanali. Pensateci, solo gli straordinari sono più del doppio delle normali ore lavorative di un comune impiegato occidentale.

La morte da lavoro eccessivo ha addirittura un nome in giapponese: karoshi (過労死). Negli anni '80 è stata riconosciuta ufficialmente dal governo giapponese come causa possibile di morte.

Le motivazioni che spingono i giapponesi ad arrivare a tanto sono molteplici, alcune tipicamente nipponiche, altre più comuni: la paura di perdere il posto, l'essere un grande lavoratore visto come un pregio da parte della società giapponese, il considerare il bene della collettività prima del proprio personale sono probabilmente le più importanti.

Questo è solo uno dei casi di karoshi in Giappone, la morte di un manager di un ristorante della catena Skylark, ma non è l'unico. Il solo lato positivo di queste storie tristi è che finalmente le compagnie cominciano a essere riconosciute responsabili per queste morti.

12 luglio 2008

Il nuovo trailer di Choke

Choke è probabilmente il mio libro preferito di Chuck Palahniuk (se la gioca con Survivor), nonché uno dei migliori che abbia mai letto in assoluto.
Ne hanno tratto un film con Sam Rockwell, che uscirà il 26 settembre negli Stati Uniti. Qui trovate il nuovo trailer NSFW e sembra promettere bene. Ovviamente, c'è anche il rischio che, come spesso accade, il trailer mostri le uniche parti divertenti del film, ma speriamo che non sia questo il caso.

5 giugno 2008

Per una volta siamo noi a copiare dai giapponesi

Già, proprio così. Come cambia il mondo.

YouTube ha implementato una funzione che ha fatto di Nico Nico Douga il quinto sito più visitato dai giapponesi per buttare il proprio tempo, e che ha reso la mente dietro al tutto, Hiroyuki Nishimura, creatore anche dell'altro grande fenomeno della rete giapponese 2channel, uno degli uomini più ricchi del Giappone.

Qual è questa fantomatica funzione? Beh, ora è possibile scrivere qualsiasi tipo di cazzata sui video passati su YouTube! E vai, un'altre grande modo di buttare il nostro tempo durante le lunghe e noiose giornate lavorative. Eh sì, perché pare che su Nicodou i giapponesi passino qualcosa come più di 12 milioni di ore al mese.

Per maggiori dettagli, e per cominciare ad annotare video in allegria, vi rimando a YouTube.

2 maggio 2008

Vabbè dai

Finalmente sono tornato a casa.

Tutti i propositi di aggiornare il blog durante il mio ennesimo soggiorno giapponese sono andati, come da copione, a farsi benedire. Un soggiorno di cui avrei fatto volentieri a meno. In particolare all'inizio, soprattutto a causa del fatto che a casa (a Londra) ci ero stato ben poco nei mesi precedenti.
Alla fine sono riuscito ad abituarmi alla routine giapponese, a farmela persino quasi piacere, ma ovviamente è successo proprio quando mi è toccato rifare le valigie per tornare a casa.
E ora devo ambientarmi di nuovo, a casa qui a Londra stavolta. Vabbè, c'è chi sta peggio.

14 febbraio 2008

Non si finisce mai di imparare

Sono venuto piuttosto spesso, ma è la prima volta che mi capita di venire in questa stagione. Quindi è la prima volta che assisto al San Valentino giapponese.
Ora, sappiamo benissimo quanto piaccia ai giapponesi appropriarsi delle nostre tradizioni per riadattarle ai loro gusti e necessità, e la festa degli innamorati non fa eccezione.
Tradizionalmente, Natale è la festa delle coppie in Giappone, mentre ho scoperto che San Valentino invece è una più generica "festa dell'affetto", per così dire. Quindi è cosa abituale scambiarsi cioccolatini, regalini e carinerie assortite tra amici, colleghi e quant'altro. Soprattutto le ragazze sembrano adorare questa tradizione, con un continuo di risatine, inchini e cazzate del genere.
Per i primi minuti in ufficio non sono riuscito veramente che stesse succedendo. Poi ho chiesto lumi a un mio collega tedesco che vive a Tokyo, e lui mi ha spiegato l'arcano. E vabbè, abbiamo imparato una cosa nuova.

Per il resto, il primo giorno in ufficio si è svolto senza particolari scossoni. Ho rivisto amici e conoscenti che non incontravo da un anno abbondante e ho fatto la conoscenza di una delle coordinatrici del progetto a cui sto lavorando. E devo dire che, come mi avevo già detto in molti, è davvero carina, anche se un po' troppo magra.
Nota di colore: quando dicevo ai miei amici su cosa sto lavorando, la loro risposta è stata invariabilmente "Ah, that..."

Ah, ho anche rivisto una delle mie colleghe preferite, una delle ragazze più carine che conosca. Combinazione vuole che lavori al mio stesso piano... solo ottimo. Mi ha chiesto perché non le ho scritto per avvertirla che stavo arrivando. Ho evitato di farle presente che le avevo già scritto un paio di volte nel corso dell'anno, senza la benché minima risposta da parte sua... la stronza.

Eccoci di nuovo qui

A Tokyo, dico. In una fredda (ma veramente fredda) e assolata Tokyo.
Vi dirò, stavolta non avevo molta voglia di venire, ma non avevo molta scelta.

Il viaggio in aereo con la Virgin Atlantic è passato abbastanza in fretta, soprattutto grazie all'ampia scelta di film di ottima qualità. Tra l'altro, sui voli Virgin si può iniziare a vedere i film in ogni momento, e mettere in pausa quando si vuole. Solo ottimo.
Mi sono visto, nell'ordine:

- Ratatouille
Bello, ma non mi ha esaltato come The Incredibles. Ad averne di film così, ma la Pixar mi ha abituato a molto di meglio.

- The Darjeeling Limited
Questo film di Wes Anderson è un capolavoro, non ci sono cazzi. È difficile da spiegare, ma è semplicemente un piacere da vedere. Non c'è una singola cosa fuori posto: gli attori sono grandiosi, la colonna sonora è splendida, i colori sono incredibili. Guardatelo e basta.

- Michael Clayton
Bel thriller di Tony Gilroy che mette su schermo le ottime performance di George Clooney, Tilda Swinton, fresca di BAFTA per questo ruolo, e Tom Wilkinson. Appassionante, ben girato e mai troppo scontato.

- Bee Movie
Filmetto di animazione la cui vera, e unica, attrattiva è il doppiaggio di Jerry Seinfield. Per il resto sa tutto di già visto e già fatto, nettamente in meglio, dalla Pixar. Un misto di A Bug's Life e Monsters, Inc. senza l'inventiva e il brio della Pixar.

Tra i film da scegliere c'era anche Atonement, recente vincitore del BAFTA come miglior film, ma non me la sono sentita di guardarmi un film del genere in aereo. Avevo anche iniziato a vedere Paprika (non il film di Tinto Brass, bestie), ma l'abbiocco ha preso il sopravvento e non ce l'ho fatta e vederlo tutto. Sembrava interessante, peccato. Magari lo recupererò in futuro.

Unica nota di colore del viaggio è stato il mio vicino di sedile, un anziano giapponese che è riuscito a bere, nell'ordine, un whisky, un bloody mary, un bicchiere di vino e una birra dal servizio degli aperitivi a bordo alla fine del pasto, quindi nel giro di una mezz'oretta al massimo. Già mi aspettavo che saremmo dovuti atterrare da qualche parte in Russia per farlo scendere per ubriachezza molesta, ma invece si è comportato molto bene. Peccato.

Bon, è ora di prepararsi per andare in ufficio. Sono circa la 9.45 del mattino qui, è fa un freddo cane pure oggi. Crisbio.

Stavolta non sono in albergo, ma in un appartamento. Al più presto seguiranno foto e descrizione della casa tecnologica in cui mi hanno sistemato.
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