31 agosto 2004

Sagre!

Sabato, Tokyo è stata palcoscenico di svariate matsuri, termine giapponese che significa "festa". Queste matsuri sono paragonabili, come spirito e atmosfera, alle sagre di paese che si svolgono in Italia soprattutto durante il periodo estivo.

Come ogni sagra che si rispetti, anche in Giappone la gente mangia e beve per strada a profusione. Molte persone, soprattutto le ragazze, sfoggiano splendidi yukata e sandali tradizionali.

Nel pomeriggio sono andato, in compagnia di vari amici, ad Asakusa, dove era in programma una festa brasiliana. Beh, sì, lo so, sembra una cazzata... e, a dover essere sinceri, lo era davvero. In pratica, era una specie di carnevale di Rio in versione triste, con branchi di giapponesi addobbati come dei palmizi brasiliani che si agitavano per le strade a ritmo di samba (a volte) e altra robaccia nippotecnopop. Il tutto era decisamente surreale, però faceva ridere assai. Allego una foto per rendere l'idea.

Nel frattempo, ci siamo anche concessi una piccola sosta in un ristorantino che serviva okonomyaki, i cosiddetti omelette giapponesi (quelli di Kiss me Licia), cotti sulla piastra presente su tutti i tavoli. Ovviamente, era tutto ottimo come al solito.

Verso le 5 del pomeriggio abbiamo chiamato David e ci siamo dati appuntamento con lui a Shibuya, per poi dirigerci verso Koenji, dove ci aspettava un'altra matsuri, questa volta vera e giapponese. L'atmosfera che si respira in queste feste è molto verace, viva. La gente è più tranquilla, rilassata e a proprio agio, ed è evidente la differenza e l'apertura delle persone in queste occasioni rispetto alla diffidenza e il malumore serpeggiante che talvolta si respira sui treni in orario d'ufficio. Come biasimarli, del resto. Ma andiamo avanti.
Oltre a mangiare e bere come delle bestie, le matsuri sono famose per le danze tipiche che animano le strade. Quella di Koenji è la manifestazione di questo genere più grande di Tokyo. Per un weekend intero, per ore e ore, varie scuole di danza tipica (non chiedetemi il nome, purtroppo non lo so) sfilano per le strada, a ritmo di tamburi, campanellini e altri strumenti vari. Aggiungo varie foto per farvi capire di cosa parlo.

Purtroppo, le foto non trasmettano i suoni e i rumori della serata, che sono stati parte integrante della splendida festa. Eccovene un po': 1, 2, 3, 4, 5, 6.

Finita la festa, ci siamo ritirati in un bar per riposare le stanche membra e prendere da bere. Mentre eravamo lì, il gruppo tradizionale locale è arrivato e ha dato una piccola esibizione per gli avventori. Davvero molto carino.

Poi, visto che avevamo fame, siamo andati in uno yakiniku di proprietà di una signora molto simpatica. E poi, visto che l'ora era tarda, ci siamo avviati verso casa.

26 agosto 2004

I giapponesi e l'ingrese

I giapponesi hanno un rapporto piuttosto conflittuale con le lingue straniere, specialmente con l'inglese.
La lingua giapponese è molto differente dalla nostra. Tra le sue particolarità che saltano subito all'occhio c'è l'incapacità pressocché cronica dei giapponesi di pronunciare e leggere la lettera "l"; altra cosa piuttosto buffa è la l'impossibilità della lingua giapponese di avere consonanti senza vocali: per esempio, Alessandro, per un giapponese, è una cosa tipo Aressandoro. Sono bellissimi, nevvero?

Per esempio, ieri sera sono andato a mangiare fuori con il collega francese, Mathieu, in un localino minuscolo a Shibuya che serve uno dei curry giapponesi (diverso da quello indiano) più buoni della città. Ci eravamo già stati, quindi sapevamo più o meno come destreggiarci tra i vari menu pieni di kanji, ma il cameriere, gentilissimo, ci ha portato un menu in inglese. Era tutto scritto in inglese più che decente, se non fosse stato per un indecifrabile "Cram curry". Nemmeno Mathieu aveva idea di cosa potesse essere quel "cram", così, preso da irrefrenabile spirito di avventura, decido di ordinarne una porzione.
Tempo qualche minuto, mi arriva la pietanza che avevo chiesto: riso e curry con le vongole. Sì, vongole, clam in inglese, cram per il giapponese medio. Era tutto molto buono come al solito, peccato che io, ignaro di quello che avevo appena ordinato, avessi aggiunto al tutto un po' di pollo fritto... sì, insieme alle vongole... Vabbé, poteva andare peggio.

Fortunatamente per noi, l'idiosincrasia nipponica per le lingue straniere non si ferma alla mera forma, ma si estende anche ai concetti espressi con la stessa. È molto facile trovare magliette, pubblicità e quant'altro con testi in inglese che non hanno il benché minimo significato compiuto. Certe cose hanno veramente dell'incredibile. Per farvene un'idea migliore, vi consiglio vivamente questo sito che è qualcosa di fenomenale.

25 agosto 2004

Terremoto

Il primo di questo mio terzo soggiorno in terra nipponica.
C'è stato ieri sera, appena dopo la fine della partita dell'Italia contro l'Argentina.
La scossa è stata molto breve e di bassa intensità.

Ne seguiranno altre?

24 agosto 2004

E dopo il judo...

È la volta della lotta greco-romana. Che figata.

Le Olimpiadi in Giappone sono un evento televisivo importante come, penso, nel resto del mondo. La cosa che però contraddistingue i giapponesi è il loro feticismo per ogni disciplina che veda impegnati dei loro connazionali, con o senza speranze di medaglia. Il resto è il nulla.

A parte quei pochi sport che vedono degli atleti nipponici impegnati, in tv non passano nient'altro. Pochissimo calcio, pallacanestro nemmeno a parlarne. A farla da padrone, nei giorni passati, è stato il judo (o è lo?). Ogni volta che accendevo la tv, c'era almeno un canale che mostrava qualche evento di judo, in diretta o in differita, di giorni fa o recente, senza soluzione di continuità.
Degni di nota anche i passaggi televisivi delle competizioni di nuoto, di pallavolo (rigorosamente femminile), baseball e softball.

Ora invece, visto che il torneo di judo pare essere finito, in tv spadroneggia la lotta greco-romana, soprattutto femminile, sport che, con tutto il rispetto per questa nobile disciplina, mi mette addosso una tristezza infinita. Quando poi è accompagnata dal commento esaltato di due giapponesi... vabbé, lasciamo perdere.

L'atletica passa in tv regolarmente, ma mi sembra che sia comunque messa in secondo piano rispetto ad altre discipline. Vi lascio immaginare l'esaltazione dei commentatori in occasione della vittoria della giapponese nella maratona femminile...

Ditemi voi se è possibile rimpiangere la RAI...

21 agosto 2004

Primo venerdì sera fuori

E prima sbronza.
Com'era facilmente prevedibile, la prima serata in giro con David è risultata devastante per il mio stomaco.

Vorrei scrivere, ma sono veramente in condizioni pietose. Vi basti sapere che mi sono svegliato alle 4 del pomeriggio e mi sento veramente da schifo. Però mi sono divertito ieri sera, quindi va bene lo stesso... più o meno.

Aggiungerò qualcosa più tardi, ora non ce la faccio proprio.

18 agosto 2004

Ho appena messo su la lavatrice

Il manuale è in giapponese.

Tutti i comandi sono in giapponese.

Speriamo bene.

Allego foto esplicativa.

Ah, così, tanto per dire

Sulla destra dello schermo c'è uno splendido link al Blog-um, il forum di questo blog.
Perché non postate un messaggino di tanto in tanto come ha fatto la nostra splendida Viviana?

Baci baci.

Ahahahahahah

Ahah... ah... Meglio prenderla a ridere, perché altrimenti c'è veramente da piangere.

Sono le 10 del mattino, e ci sono già 31°!!!

17 agosto 2004

Ai cazzo di tropici

Cioè, sticazzi, io non vorrei fare la figura di quello che si lamenta sempre. Va bene, sono a Tokyo tutto spesato, faccio un lavoro più che discreto pagato bene, ho la salute dalla mia e, a parte non chiavare, direi che non non c'è niente che non vada per il verso giusto al momento, però, puttana merda, stasera girare per Tokyo equivale a gettarsi in una pentola d'acqua calda.
Sul sito della BBC danno 26° con l'86% di umidità. Non so voi, ma io un tempo così dimmerda penso di non averlo mai provato.

E speriamo che le previsioni per domani abbiamo azzeccato l'umidità relativa (51%), perché altrimenti, con una massima prevista di 35°, rischio veramente di collassare per strada.

14 agosto 2004

Jet lag

Ed eccolo qui, in tutta la sua pomposa invadenza, di fianco, intorno e, soprattutto, dentro di me, anche se ancora non lo sapevo.

Quando ho letto l'ora di atterraggio del mio volo (9 del mattino, per i più disinformati), ero sicuro che il primo giorno e la prima notte sarebbero stati piuttosto duri.
La giornata è andata tutto sommato bene, non ho sofferto più di tanto la stanchezza, ma, probabilmente, il cedimento che ho avuto intorno alle tre del pomeriggio, quando mi sono concesso circa tre ore di sonno, ha scombinato ancor di più il mio già traballante orologio biologico.

E poco importa che ieri sera sia andato a dormire verso le undici e che fossi piuttosto stanco. Ora mi ritrovo qui, di fronte al portatile, incapace di riaddormentarmi nonostante la stanchezza, a scrivere queste righe per passare il tempo.

Ma questo brano sarà presto finito, e io mi ritroverò in compagnia del dilemma di che cazzo fare fino all'ora di pranzo, quando mi vedrò con Siraj e David per andare a mangiare qualcosa insieme in zona Shinjuku.

Uffa...

Gesummaria

Me lo avevano già detto in molti, ma non mi sarei mai aspettato una cosa del genere.

Qui a Tokyo fa un caldo spaventoso. Ma non è solo una questione di temperatura, cosa che fa comunque la sua parte in maniera più che decorosa assestandosi tranquillamente sui trenta centigradi, quanto una questione di altissimo tasso di umidità. Non esagero, a ogni respiro preso sembra di ingoiare un bicchiere di acqua calda. E, come è facile immaginare, si suda come degli animali.
Sono in occasioni come queste che ringrazio sentitamente quel santo che inventò l'aria condizionata.

Il viaggio è andato a meraviglia. Virgin ha un sistema di intrattenimento favoloso, con una marea di film, serie tv, musica, videogiochi e quant'altro. Non avendo il benché minimo sonno, mi sono visto: Hellboy, Shrek 2, Big Fish, il Christmas Special di The Office e qualche puntata sparsa di Friends e Scrubs. Così, le undici ore scarse di volo sono passate in men che non si dica.

Sono appena tornato da un pranzetto in compagnia di Emiliano, il traduttore spagnolo, a base di sushi servito su un trasportatore a nastro. Non il migliore che abbia mai mangiato, ma comunque più che decente. E tutto a buon mercato, cosa che non fa mai male.

Ora vado a coricarmi un pochetto, che ho otto ore di fuso più svariate ore di sonno arretrato sulle spalle.

11 agosto 2004

Ci siamo quasi!

Mamma mia quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho postato qui...
Bando alle ciance, ciancio alle bande, dopodomani ripartirò per Tokyo. Sfidando la sorte, partirò venerdì 13 alle ore 13...
Nel frattempo, mi trastullo con la mia dichiarazione dei redditi britannica... ho deciso, appena torno dal Giappone, mi prendo un commercialista. Stare dietro alle tasse è troppo noioso.

Baci ai pupi, ci si risente presto dal Giappone!
cookieassistant.com