14 agosto 2004

Jet lag

Ed eccolo qui, in tutta la sua pomposa invadenza, di fianco, intorno e, soprattutto, dentro di me, anche se ancora non lo sapevo.

Quando ho letto l'ora di atterraggio del mio volo (9 del mattino, per i più disinformati), ero sicuro che il primo giorno e la prima notte sarebbero stati piuttosto duri.
La giornata è andata tutto sommato bene, non ho sofferto più di tanto la stanchezza, ma, probabilmente, il cedimento che ho avuto intorno alle tre del pomeriggio, quando mi sono concesso circa tre ore di sonno, ha scombinato ancor di più il mio già traballante orologio biologico.

E poco importa che ieri sera sia andato a dormire verso le undici e che fossi piuttosto stanco. Ora mi ritrovo qui, di fronte al portatile, incapace di riaddormentarmi nonostante la stanchezza, a scrivere queste righe per passare il tempo.

Ma questo brano sarà presto finito, e io mi ritroverò in compagnia del dilemma di che cazzo fare fino all'ora di pranzo, quando mi vedrò con Siraj e David per andare a mangiare qualcosa insieme in zona Shinjuku.

Uffa...

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