Sabato, Tokyo è stata palcoscenico di svariate matsuri, termine giapponese che significa "festa". Queste matsuri sono paragonabili, come spirito e atmosfera, alle sagre di paese che si svolgono in Italia soprattutto durante il periodo estivo.
Come ogni sagra che si rispetti, anche in Giappone la gente mangia e beve per strada a profusione. Molte persone, soprattutto le ragazze, sfoggiano splendidi yukata e sandali tradizionali.
Nel pomeriggio sono andato, in compagnia di vari amici, ad Asakusa, dove era in programma una festa brasiliana. Beh, sì, lo so, sembra una cazzata... e, a dover essere sinceri, lo era davvero. In pratica, era una specie di carnevale di Rio in versione triste, con branchi di giapponesi addobbati come dei palmizi brasiliani che si agitavano per le strade a ritmo di samba (a volte) e altra robaccia nippotecnopop. Il tutto era decisamente surreale, però faceva ridere assai. Allego una foto per rendere l'idea.
Nel frattempo, ci siamo anche concessi una piccola sosta in un ristorantino che serviva okonomyaki, i cosiddetti omelette giapponesi (quelli di Kiss me Licia), cotti sulla piastra presente su tutti i tavoli. Ovviamente, era tutto ottimo come al solito.
Verso le 5 del pomeriggio abbiamo chiamato David e ci siamo dati appuntamento con lui a Shibuya, per poi dirigerci verso Koenji, dove ci aspettava un'altra matsuri, questa volta vera e giapponese. L'atmosfera che si respira in queste feste è molto verace, viva. La gente è più tranquilla, rilassata e a proprio agio, ed è evidente la differenza e l'apertura delle persone in queste occasioni rispetto alla diffidenza e il malumore serpeggiante che talvolta si respira sui treni in orario d'ufficio. Come biasimarli, del resto. Ma andiamo avanti.
Oltre a mangiare e bere come delle bestie, le matsuri sono famose per le danze tipiche che animano le strade. Quella di Koenji è la manifestazione di questo genere più grande di Tokyo. Per un weekend intero, per ore e ore, varie scuole di danza tipica (non chiedetemi il nome, purtroppo non lo so) sfilano per le strada, a ritmo di tamburi, campanellini e altri strumenti vari. Aggiungo varie foto per farvi capire di cosa parlo.
Purtroppo, le foto non trasmettano i suoni e i rumori della serata, che sono stati parte integrante della splendida festa. Eccovene un po': 1, 2, 3, 4, 5, 6.
Finita la festa, ci siamo ritirati in un bar per riposare le stanche membra e prendere da bere. Mentre eravamo lì, il gruppo tradizionale locale è arrivato e ha dato una piccola esibizione per gli avventori. Davvero molto carino.
Poi, visto che avevamo fame, siamo andati in uno yakiniku di proprietà di una signora molto simpatica. E poi, visto che l'ora era tarda, ci siamo avviati verso casa.
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