25 luglio 2011

Green Zone

Nel 2003 ci hanno riempito la testa con la storia delle "armi di distruzione di massa", la scusa usata da Stati Uniti e Regno Unito per invadere l'Iraq e liberare il popolo iracheno dalla tirannia di Saddam Hussein. O almeno è quello che hanno voluto farci credere.

Green Zone di Peter Greengrass, quello degli ultimi due Bourne, ci porta a Baghdad poco dopo la caduta di Saddam e con le forze americane impegnate nella disperata ricerca di quelle fantomatiche armi che avrebbero permesso all'amministrazione Bush di salvare la faccia e la decenza davanti alle Nazioni Unite e al resto del mondo. Matt Damon è Miller, un marine a capo di una delle squadre impegnate in questa caccia alle streghe che, dopo l'ennesimo viaggio a vuoto in una zona pericolosa di Baghdad in cui di armi di distruzione di massa non ce n'è nemmeno l'ombra, scopre piano piano che i giochi di potere dietro le quinte sono molto più complessi di quanto avesse mai potuto sospettare.

Green Zone non è brutto film, ma sa tanto di "compitino": è ben girato, soprattutto nelle scene d'azione, e ha un cast di buon livello che fa il suo dovere, però non riesce a coinvolgere più di tanto. Sarà forse per colpa dei personaggi scontati e tratteggiati con l'accetta o la storia che sì, è anche interessante, ma alla fine non riserva particolari sorprese, probabilmente anche a causa di una certa semplicità di fondo di tutto l'intreccio narrativo. Nonostante l'argomento trattato sia politicamente molto rilevante, forse Green Zone arriva troppo tardi per sfruttare adeguatamente l'onda emotiva che accompagnò quegli eventi e si riduce a essere un discreto film d'azione e un mediocre thriller politico che non ha il mordente necessario per lasciare il segno.

18 luglio 2011

El secreto de sus ojos

Il problema di vedere film che hanno raccattato premi a destra a manca è che, se non ti piacciono, ti viene il dubbio di non capirne una sega, di cinema. Il segreto dei suoi occhi è appunto uno di questi film, dato ha vinto l'Oscar 2010 come miglior film straniero e che ha esaltato un po' tutti o quasi. E che a me ha abbastanza annoiato.

Questo film argentino se la tira da poliziesco thriller drammone romantico politico per più di due ore e nella prima oretta circa riesce anche a essere abbastanza piacevole e interessante. Anche perché è il tipico film un po' paraculo con tutte quelle cose messe apposta lì per imbonire il pubblico, i dialoghi con le frasi a effetto che un utente medio di Tumblr ci campa per un mese, le inquadrature da protofighetti di scuola del cinema e un cast di attori tutto sommato bravi. Il problema è davvero la lunghezza, perché quello che succede in due ore poteva essere tranquillamente sfrondato e ridotto a livelli più accettabili. Il backgroung storico dell'Argentina della metà degli anni '70 è messo lì tanto per far scena e permettere agli autori di bullarsi con gli amici di aver affrontato la questione nel loro film, e anche la sottotrama romantica non aggiunge granché.

Nonostante i troppi passaggi a vuoto, soprattutto nella seconda parte, "Il segreto dei suoi occhi" ha un buon intrigo e una discreta, sebbene scontata, riflessione sul concetto di giustizia e sulle conseguenze delle proprie scelte, che però non bastano a salvarlo da un giudizio negativo. Se poi penso che ha vinto l'Oscar al posto di gemme come Das weisse Band e Un prophète...

14 luglio 2011

Blue Valentine

Blue Valentine è uno di quei film che vanno visti con una determinata predisposizione mentale al pianto e al tormento, ma con molta attenzione a non cadere nelle tendenze suicide.

È la storia d'amore di Dean e Cindy, una coppia sposata con una figlia che adorano. Il film alterna spezzoni dal loro passato che raccontano l'inizio felice della loro relazione ad altri ambientati nel non altrettanto allegro presente, come se il regista fosse alla ricerca, e noi con lui, del momento in cui le cose hanno cominciato ad andare male. Tuttavia, come spesso accade, non è così semplice identificare un attimo preciso, una parola, un evento che ha cambiato una relazione, e quindi assistiamo, impotenti come i due protagonisti, alla lenta e inesorabile disgregazione della coppia e del loro rapporto. Dean e Cindy cercano di salvare il loro matrimonio e il loro amore, ma ormai si sono allontanati troppo l'uno dall'altra e dalle persone che erano quando si sono innamorati.

Girato in maniera ostentatamente e talvolta fastidiosamente "indie", con telecamere a spalla e inquadrature scomposte, Blue Valentine ha quello stesso piglio voyeristico di Fish Tank che ci fa sentire come intrusi nella vita dei due protagonisti. Ryan Gosling e Michelle Williams sono fenomenali nei panni di Dean e Cindy e trascinano il film nei suoi momenti più lenti e faticosi. Blue Valentine punta tutto sul coinvolgimento emotivo e, in mancanza di quello, potrebbe deludere le aspettative.
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