16 settembre 2010

Kick-Ass

Dopo la parziale delusione di Scott Pilgrim, ho deciso di rischiarne un'altra e di guardare un altro film tratto da un fumetto che mi è piaciuto, e la scelta è ricaduta su Kick-Ass, film tratto dalla graphic novel scritta da Mark Millar (quello di Wanted) e disegnata da John Romita Jr. "Tratto" è forse un'esagerazione, probabilmente sarebbe più giusto dire "liberamente ispirato", ma aspettiamo ad affrontare questo argomento.

Kick-Ass, il fumetto, ha sì a che fare con i supereroi, il loro ruolo nella società moderna, le loro responsabilità verso le altre persone e tutte le altre menate accessorie, ma solo di passaggio; è soprattutto la storia di un ragazzo come tanti, appassionato di roba da sfigati come i fumetti, che decide di conciarsi come un emerito imbecille e di mettersi a fare il supereroe senza avere nessun potere sovraumano che possa salvargli il culo o una qualche minima capacità di difesa personale per evitare di prendersi una coltellata in pancia.
Il film fa più o meno la stessa cosa fino a circa metà del film, ma poi il regista Matthew Vaughn, quello di Layer Cake e Stardust, decide che il fumetto non era abbastanza allegro e positivo per il pubblico cinematografico e decide di renderlo più potabile e di ammorbidirlo, oltre che a cambiare una serie di dettagli più o meno importanti. Queste modifiche non rovinano il film, fortunatamente, che rimane comunque piacevole e divertente, ma tradiscono lo spirito del fumetto, ed è un peccato. Perché il Big Daddy di Vaughn non è il povero illuso di Millar? Perché Kick-Ass diventa una specie di Iron Man nel finale? Ma soprattutto, per quale cazzo di motivo Katie la dà con grande entusiasmo e trasporto a Dave (l'alter ego di Kick-Ass) nel retro del negozio di fumetti?!

Ma vabbe', alla fine queste sono seghe mentali da fissati, e per questo possiamo anche fregarcene allegramente. Preso come film a sé stante, Kick-Ass fa il suo porco lavoro sotto praticamente tutti i punti di vista: è realizzato con attenzione, gli attori sono azzeccati, i personaggi e la storia funzionano. Peccato solo che Vaughn, invece di seguire la strada tracciata dal fumetto e di fare un film originale per davvero e diverso dagli altri, abbia preferito giocare sul sicuro e presentarci la solita pellicola all'insegna del "vogliamoci tanto bene".

P.S. Grassa risata d'obbligo per la mancata distribuzione in Italia di questo film.

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