Tra uno sbadiglio e l’altro, cercherò di raccontarvi quanto è accaduto durante l’ultimo weekend. Weekend passato a Kyoto in compagnia di David, la sua ragazza Miyuki, sua sorella Chrystelle e Luis.
Siamo partiti sabato mattina, poco dopo le otto, dalla stazione di Tokyo (per intenderci, è come se a Roma ci fosse un grosso nodo ferroviario chiamato Roma). E sì, svegliarsi è stata una sofferenza infinita (ore 6:30). Per raggiungere la nostra destinazione, abbiamo preso lo shinkansen, il famoso treno veloce giapponese, detto anche bullet train. Purtroppo, le nostre ristrette disponibilità finanziarie ci hanno impedito di prendere il modello più recente (e, di conseguenza, più veloce) e ci siamo dovuti accontentare di uno dei modelli più vecchi che percorre i 513 chilometri che separano Tokyo da Kyoto in poco meno di 4 ore. Sono rimasto molto sorpreso dal fatto che il treno, nonostante fosse un “espresso”, si sia fermato praticamente a tutte le fermate lungo il percorso. Ah, lo shinkansen fico ci mette poco più di 2 ore a coprire la stessa distanza.
L’interno del treno è molto simile a quello di un aereo, e i sedili sono molto più comodi di quelli dei treni italiani. Certo, il prezzo non è molto economico, visto che il biglietto di andata e ritorno ci è costato 20000 yen a testa, ma si viaggia davvero bene.
La maggior parte del viaggio è stata passata a sonnecchiare, nella speranza di recuperare energie in vista del weekend che sapevamo sarebbe stato molto faticoso.
Kyoto è infatti famosa per i suoi numerosi templi e per il suo essere molto fedele alla tradizione giapponese. L’altezza dei palazzi, soprattutto nelle aree più vecchie, è limitata per legge, in modo tale da non alterare l’aspetto della cittadina. La prima differenza che salta all’occhio una volta arrivati è il ridotto numero di persone presenti per strada. Non che ci sia poca gente, ma rispetto al sovraffollamento di Tokyo, la città sembra quasi deserta.
Appena arrivati, la prima necessità è stata quella di trovare un posto dove dormire. Alla fine, abbiamo deciso di accettare l’invito di un’amica di Miyuki, Hana, che ci ha gentilmente offerto il suo soggiorno per dormire.
Raggiunta casa di Hana in autobus, ci siamo trovati in una casa splendida, in perfetto vecchio stile giapponese, in tutto e per tutto simile alle case che abbiamo sempre visto nei cartoni animati nipponici. Giardino, tatami, a due piani… favolosa, davvero. Spero che le foto le rendano giustizia.
Il giardino, il soggiorno, la cucina, e l’interno da due diverse angolazioni.
Rinfrescatici un attimo, Hana ci ha portato al Golden Temple, così soprannominato in virtù della presenza di tempio dorato appunto. Molto bello e, soprattutto, estremamente rilassante. Eccovi qualche foto per farvi capire cosa intendo.
Giardino, barchetta e pontile, un tempietto… penso. In loco abbiamo poi preso il tipico tè verde alla giapponese, senza zucchero e accompagnato da un dolcetto buonissimo.
Lasciato il tempio, abbiamo girato per un po’, senza meta particolare, per Kyoto, passando per templi più o meno piccoli, cappelle votive e godendoci in generale l’atmosfera molto rilassata che si respirava (a fatica, dato l’alto tasso di umidità). Nel mentre, ho fatto questa splendida foto… peccato si stesse muovendo.
In serata, siamo andati prima in un locale gestito da alcuni amici di Hana. Il locale era davvero molto carino e molto particolare. La serata è proseguita ad alto tasso alcolico fino a circa le tre, quando abbiamo deciso di trasferirci velocemente in un altro bar di un altro amico di Hana, dove io mi sono addormentato per un po’, cedendo ai colpi dell’alcool e della stanchezza.
Recuperate le forze, Hana mi ha portato a mangiare un po’ di ramen da un altro suo amico, per poi andare a recuperare gli altri rimasti nel bar e ritirarci a casa per dormire… il tutto verso le 6 del mattino.
Per ora basta, nel prossimo post vi racconto di domenica.
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