24 maggio 2010

Near Dark

Prima di diventare la cinquantenne ultragnocca che vince l'Oscar alla faccia dell'ex-marito, Kathryn Bigelow nel 1987 esordiva alla regia da sola con Near Dark, quindi ben prima che i vampiri l'attuale prezzemolo dell'industria dell'intrattenimento.

Il protagonista è Caleb, un giovane fattore che si invaghisce della misteriosa e affascinante Mae. La ragazza sembra troppo gnocca per essere vera, e infatti si rivela essere un vampiro che inavvertitamente morde il giovinotto, il quale si accorge in fretta di stare diventando a sua volta una creatura della notte (l'ho scritto sul serio?). Mae lo convince a seguirla ed è così che conosciamo il resto dell'allegra combriccola di vampiri, formata dal patriarca Jesse, interpretato da Lance Henriksen, lo psicopatico Severen, con la faccia di Bill Paxton, la violenta Diamondback e il piccolo, anche se solo all'apparenza, Homer.

Near Dark è un film che mischia generi con grande sapienza: western, una storia d'amore e di famiglia, horror e azione. Tutti gli elementi sono dosati e miscelati alla grande e visivamente il film è di forte impatto grazie all'ottima fotografia. La rappresentazione della "famiglia" mi ha ricordato The Devil's Rejects, nel modo in cui i vampiri sono sì degli assassini sanguinari, ma anche per come rivelano una certa inaspettata umanità che ti fa provare una involontaria e sgradita compassione per loro. Le interpretazioni dei due protagonisti forse potrebbero essere un filino migliori, e la conclusione del film sembra un po' troppo "semplice", ma Near Dark mantiene intatto il suo valore anche dopo 23 anni ed è uno dei film migliori sui vampiri (non che ne abbia visti chissà quanti, ma vabbè).

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