1 febbraio 2012

Trust


Con forse qualche pregiudizio di troppo, non è facile aspettarsi molto da un film diretto da David Schwimmer, il cui ruolo più famoso è sicuramente quello di Ross in Friends, ma non va dimenticato che ha anche diretto Run Fatboy Run nel 2007.

Eppure, forse un po' a sorpresa, Trust è un gran bel film che affronta un tema difficile come quello della pedofilia con tatto e delicatezza rari. Non è film di accusa o una caccia al mostro, né offre soluzioni a un problema per il quale è difficile fare prevenzione vera e concreta. Cerca solo di mostrare il dramma di una quattordicenne che finisce per essere la vittima di un uomo adulto che approfitta di lei e della sua ingenuità e quello della sua famiglia impegnata a rimettere insieme i pezzi della propria esistenza. Perché se da un lato è ovviamente la giovane Annie a essere la protagonista e vittima della vicenda, dall'altra ci sono i genitori Will e Lynn che non sanno come comportarsi in una situazione del genere combattuti tra il senso di colpa per non essere stati in grado di proteggere la propria bambina e il desiderio di vendetta, di punizione per il colpevole. È soprattutto il padre, interpretato da un ottimo Clive Owen, a essere più in difficoltà, a non riuscire a trovare quel briciolo di pace interiore necessario per dare un senso di sicurezza alla figlia che vede la sua vita da adolescente andare in frantumi un pezzo alla volta.

Trust è indubbiamente un bel film, ma è soprattutto l'interpretazione di Liana Liberato nella parte di Annie a spiccare e a elevarlo sopra la media, e per una volta abbiamo un'attrice che ha davvero l'età del personaggio che interpreta e non un'adulta che fa finta di essere una ragazzina (come per esempio Carey Mulligan nel bellissimo An Education). Quindi facciamo i complimenti a Ros... ehm, David, perché se li merita davvero.

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