Come suggerisce il titolo del post, domenica sera ho "consumato" due prodotti di intrattenimento giapponesi.
Uno è un film, Paprika (パプリカ in lingua originale), diretto da Satoshi Kon nel 2006 e basato sull'omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui del 1993. In un futuro prossimo, una società ha sviluppato una tecnica rivoluzionaria di cure psico-analitiche. Al centro di questa rivoluzione si trova il DC Mini, un marchingegno che permette a chi lo utilizza di vedere i sogni delle persone e di esplorare il loro subconscio. Il casino scoppia quando un esemplare di questa macchinetta delle meraviglie viene rubata, con le ovvie e scontate tragiche conseguenze.
La storia è raccontata con efficacia e, pur non essendo particolarmente originale e affrontando temi come lo scontro tra realtà e sogno già visti in passato, riesce a coinvolgere e a risultare comunque interessante. Questo è dovuto anche grazie alla forza dell'immaginario messo a schermo da Kon, soprattutto quando esploriamo i sogni dei vari personaggi. L'estetica del film colpisce per creatività e simbolismo e la forza delle immagini è imponente. Ottima anche la colonna sonora, con un paio di pezzi in particolare davvero degni di nota.
Nonostante trama e temi già noti, Paprika risulta essere un film estremamente godibile grazie a una grande impatto estetico. Insomma, l'è bello bello.
L'altro "prodotto" che ho consumato domenica sera è Out, un libro del 1998 scritto dall'autrice giapponese Natsuo Kirino. Ah, e diciamolo subito, il titolo italiano è... "Le quattro casalinghe di Tokyo"! Peccato che le quattro protagoniste non siano casalinghe, ma vabbè...
Quando l'ho finito la prima cosa che ho pensata è stata "Wow". Sì, perché Out è davvero un libro straordinario. La storia ruota attorno a quattro donne, amiche e colleghe del turno notturno in una fabbrica di bento. Senza rivelare troppo della trama, in seguito a un evento sconvolgente che manda completamente all'aria le loro vite, le quattro donne si ritrovano in un mondo a loro sconosciuto e alieno.
Il ritmo del romanzo è uniforme e freddo, quasi distaccato, come una delle protagoniste, Masako Katori, e il tono della narrazione è dettato dagli eventi raccontati; la maestria e la semplicità con la quale la Kirino danza tra i generi letterari è davvero sorprendente, toccando le condizioni sociali delle donne in Giappone, passando per momenti sanguinosi e truculenti, il tutto condito da tocchi di thriller e giallo qua e là. L'unica cosa che manca forse è il romanticismo, solo accennato in alcuni brevi momenti, ma è comprensibile considerato il tema portante del libro e i suoi protagonisti.
Consigliatomi da un amico, sapevo che Out era un buon libro, ma è davvero andato oltre ogni più rosea aspettativa. Un gran libro che non esito a consigliare a tutti.
Appunti sparsi su cinema, libri, musica, videogiochi e quant'altro mi passa per la testa
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