Oggi mi è capitato di leggere questo articolo su Dweb. L'argomento è abbastanza interessante, e combinazione vuole che sia una cosa di cui mi è capitato spesso di parlare con amici stranieri, abbastanza sorpresi dalla mancanza di nomi come, appunto, Starbucks, Pizza Hut e simili in Italia.
Io, nella mia ignoranza, ho sempre attruibuito questa mancanza a una certa diffidenza del popolo italiano nei confronti dei prodotti alimentari stranieri. Roba del tipo "La pizza/L'espresso in Italia fatta/o da americani? Giammai!" (intanto il pizzaiolo sotto casa è egiziano). Questo articolo invece sembra dare la colpa a non meglio precisate lobby.
"Sembra" perché, lo ammetto, io dell'articolo non ci ho capito molto. È scritto con uno stile giovanil-sbarazzino-ironico, scelto probabilmente nel lodevole tentativo dare un tono più leggero (si sa, la donna italiana non è molto sveglia...) a un argomento potenzialmente ammorbante, ma purtroppo crea soltanto una gran confusione e non tratta con la giusta cura una questione decisamente interessante che descrive con accuratezza un aspetto importante della cultura italiana.
Così com'è, invece, dà qualche indizio, lascia intuire qualcosa, ma alla fine non spiega un cazzo e lascia il lettore (me) con una gran confusione in testa e la domanda "Sì, e allora?".
1 commento :
Bah, è difficile avere un'opinione chiara su 'sta cosa, ma secondo me la teoria del "in Italia non funzionerebbero perché a noi ci piace il caffé vero, ci piace il panino vero, ci piace il gelato vero" non regge molto.
Altrimenti non si spiegherebbe il successo dei fast food, la nascita (e il successo) di catene simili Starbucks come il Lino's Coffee citato nell'articolo che linki e il fatto che praticamente qualunque italiano all'estero - me compreso - si spara delle immani pere di Frappuccini, donut e merdate varie.
Credo.
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