30 marzo 2011

Amer

Ecco, scrivere di Amer mi mette un po' difficoltà. Questo film francese è un chiaro omaggio alla tradizione dei film horror e gialli italiani degli anni '70, di cui "Profondo rosso" è probabilmente il titolo più famoso e genere di cui io penso di aver visto giusto il film di Dario Argento. Ed è per questo che non sono certo di aver colto tutti i riferimenti e gli omaggi al passato di cui i registi e autori Hélène Cattet e Bruno Forzani hanno fatto abbondante uso. O di aver capito davvero il film. L'impostazione visiva, sonora e narrativa ci mette anche del suo, rendendo piuttosto difficoltoso seguire la vicenda e mettere insieme i pezzi di quel poco di storia raccontata.

Il film è suddiviso in tre episodi separati e con in comune la protagonista bambina nella prima parte, adoloscente nella seconda e adulta nella terza. La trama è praticamente inesistente e fa una timida apparizione verso la fine del film, percorso inverso dei dialoghi che spariscono letteralmente andando avanti, mentre il resto di Amer è un caleidoscopio di colori, suoni e primi piani estremi, conditi da una costante ed evidente carica erotica che pervade quasi tutti gli elementi della pellicola.

Dire che Amer mi sia piaciuto è forse troppo, con quel suo tirarsela spudoratamente da film d'essai. Non che non ne abbia la possibilità, perché alcune sequenze sono davvero ben realizzate, ma si ha l'impressione che ci sia molta più apparenza e attenzione allo stile che non alla sostanza narrativa. Gli amanti del genere probabilmente lo apprezzeranno molto più di quanto abbia potuto fare io, che mi sono limitato soprattutto a notare l'ottima realizzazione e l'indubbio stile. Ci avessero messo anche un po' di sostanza sarebbe stato meglio però, quello sì.

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