Pare che Donnie Yen, il protagonista di 14 Blades (Jin yi wei in lingua originale), sia piuttosto famoso tra gli amanti dei film di arti marziali e pare anche che avesse una parte in Blade II. Io, nella mia quasi totale ignoranza del genere, non sapevo niente di tutto questo. Ed è per questo che ho cominciato a guardare 14 Blades sapendo più o meno cosa avrei visto, ma senza nessuna particolare aspettativa.
C'è da dire che Yen in questo film sembra un po' di plastica, con quella faccia tirata a lucido che sembra appena uscito da un autolavaggio, o forse è merito (o colpa) della saturazione blu che il regista Daniel Lee ha dato a praticamente tutta la pellicola. Ma non importa, perché 14 Blades è un bel filmone epico, con la sua storia di eroiche redenzioni, tradimenti, amori travagliati, assassine belle quanto letali, potenti avidi di potere, il tutto sullo sfondo di una Cina meravigliosa. Ma a essere splendidi non sono solo i paesaggi, è tutta la messa in scena a essere semplicemente sontuosa, grazie in particolare a una attenta cura coreografia dei combattimenti e di molte delle scene "normali".
Con il loro largo uso di fili nascosti, le scene di azione riportano alla memoria quelle di Crouching Tiger, Hidden Dragon, senza forse raggiungerne la stessa eleganza, ma riuscendo comunque a essere coinvolgenti ed emozionanti. E anche la storia, a tratti un po' prevedibile, fa la sua porca figura ed è all'altezza. Insomma, 14 Blades è godibilissimo, e a tratti pure quasi esaltante, per gli amanti delle arti marziali, penso, e pure per tutti gli altri, dai, perché alla fine la trama strizza l'occhio e fa le moine un po' a tutti.
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