Il taglione, quella legge che nell'antichità prevedeva che il colpevole di un crimine fosse punito con lo stesso danno inflitto alla vittima. Occhio per occhio, dente per dente, in pratica.
In Les 7 jours du talion, film canadese diretto dall'esordiente Daniel Grou, i sette giorni del taglione del titolo sono quelli che il protagonista Bruno Hamel passa in compagnia dell'assassino e stupratore di sua figlia undicenne, dopo averlo rapito quando era già stato arrestato dalla polizia. E sì, è la classica storia già sentita di un padre che si trasforma in giustiziere, convinto che la punizione che il maniaco riceverà dalla corte non sarà sufficiente e che vendicarsi con le proprie mani gli farà superare il dolore causato dalla morte violenta della figlia. È per questo che Hamel decide di torturare per una settimana l'assassino, in una baita lontana da occhi indiscreti, mentre la polizia è sulle sue tracce per bloccarlo.
Les 7 jours du talion è un film lento, ma inesorabile. Mentre lo guardavo ero convinto di averne visto sì e no un'ora scarsa e invece, quando ho guardato l'ora, mi sono accorto che ero quasi alla fine dell'ora e 50 di durata. Sembra non finire mai e l'argomento e le scene violente ne appesantiscono lo svolgimento, ma cattura e coinvolge. Il merito è sicuramente della regia e della sceneggiatura, entrambe solide e mature, ma anche delle interpretazioni degli attori, tutte di altissima qualità. Non è decisamente il film ideale per una serata spensierata da passare in dolce compagnia e l'argomento e le scene vuolente potrebbero risultare sgradite ai più sensibili, ma dà al genere del torture porn una maggiore e gradita nuova dimensione.
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