3 gennaio 2011

Les 7 jours du talion

Il taglione, quella legge che nell'antichità prevedeva che il colpevole di un crimine fosse punito con lo stesso danno inflitto alla vittima. Occhio per occhio, dente per dente, in pratica.

In Les 7 jours du talion, film canadese diretto dall'esordiente Daniel Grou, i sette giorni del taglione del titolo sono quelli che il protagonista Bruno Hamel passa in compagnia dell'assassino e stupratore di sua figlia undicenne, dopo averlo rapito quando era già stato arrestato dalla polizia. E sì, è la classica storia già sentita di un padre che si trasforma in giustiziere, convinto che la punizione che il maniaco riceverà dalla corte non sarà sufficiente e che vendicarsi con le proprie mani gli farà superare il dolore causato dalla morte violenta della figlia. È per questo che Hamel decide di torturare per una settimana l'assassino, in una baita lontana da occhi indiscreti, mentre la polizia è sulle sue tracce per bloccarlo.

Les 7 jours du talion è un film lento, ma inesorabile. Mentre lo guardavo ero convinto di averne visto sì e no un'ora scarsa e invece, quando ho guardato l'ora, mi sono accorto che ero quasi alla fine dell'ora e 50 di durata. Sembra non finire mai e l'argomento e le scene violente ne appesantiscono lo svolgimento, ma cattura e coinvolge. Il merito è sicuramente della regia e della sceneggiatura, entrambe solide e mature, ma anche delle interpretazioni degli attori, tutte di altissima qualità. Non è decisamente il film ideale per una serata spensierata da passare in dolce compagnia e l'argomento e le scene vuolente potrebbero risultare sgradite ai più sensibili, ma dà al genere del torture porn una maggiore e gradita nuova dimensione.

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