Ieri sera sono passato a trovare un amico che non vedevo da un bel po' di tempo. Prima del mio arrivo, è andato ad affittare un film "speciale" per "festeggiare" il nostro incontro. Un bel gesto, dai, del resto erano mesi che non ci si vedeva. Il bello è che questo mio amico lo ha affittato col preciso intento di vedere un film di merda, roba che nemmeno Italia 1 avrebbe il coraggio di passare... forse.
Il film era il sopracitato D-War. E, manco a dirlo, il mio amico è perfettamente riuscito nel suo intento.
Il film è di una bruttezza rara. Una bruttezza che non riesce nemmeno a disgustare, mi sono ritrovato più volte a ridere di gusto di fronte agli evidenti buchi di sceneggiatura, alle inquadrature totalmente sballate, alla recitazione da codice penale. Ma il bello è che questo film è costato qualcosa come 75 milioni di dollari (americani, per i più puntigliosi)!
La trama (parola forte) è a grandi linee la seguente (è talmente sconclusionata che faccio fatica persino a scriverla in modo comprensibile): un'antica leggenda coreana narra di due draghi, uno buono come il pane, l'altro cattivo come la gramigna, e di come ogni 500 anni nasca una fanciulla che porta dentro di un sé un coso ('na specie di perla che dona poteri da Super Sayan al fortunato drago che se ne appropria) che in pratica diventa maturo al compimento del ventesimo compleanno della già nominata donzella. Ovviamente ogni 500 anni questi due draghi si infoiano come dei cani in calore per conquistare il coso. Nel frattempo, un vecchio babbione addestra un povero stronzo che dovrà proteggere la tipa dal drago cattivo e i suoi seguaci brutti e cattivi (che manco farlo apposta, ricordano vagamente i cattivi di Lord of the Rings). E qui già uno potrebbe chiedersi: ma perché diamine bisogna addestrare un povero mentecatto per proteggere la rintronata quando c'è già un drago buono pronto all'uso? Vabbè, non divaghiamo.
Succede un po' di casino, si passa ai giorni nostri (anzi, si torna, visto che quanto sopra è narrato, di merda, in flashback). Scopriamo che un povero coglione giornalista, interpretato da Jason Behr, è il protettore prescelto della nuova cretina reincarnata (una scialbissima Amanda Brooks). Il suo maestro è interpretato da Robert Forster, che ricopre anche il ruolo di tappa-buchi di sceneggiatura; quando il film è in un vicolo cieco, arriva lui dal nulla e risolve la situazione, lasciando personaggi e pubblico di stucco.
Succede ancora un po' di casino, le forze del male (realizzate in ottima CG) mettono a ferro e fuoco la città, i nostri eroi non fanno altro che scappare a piedi/in macchina/in elicottero, si arriva allo scontro conclusivo, i draghi si danno un po' di mazzate mentre i nostri eroi confermano la loro totale inettitudine al ruolo, fine (finale per altro che conferma l'incompetenza dell'autore, roba da mettergli le mani addosso).
Cioè, il mio resoconto è davvero molto più logico dello svolgimento del film, che sembra sceneggiato da un bambino dell'asilo dislessico. Succedono cose senza il mio minimo ordine logico, i personaggi si ritrovano in luoghi e situazioni senza che ci venga mostrato come e quando ci si sono ritrovati, i dialoghi sono scritti dal fratello più piccolo, e più scemo, del bambino di cui sopra, le scene si susseguono a caso, il montaggio è stato realizzato mettendo le varie scene in bussolotti della tombola poi estratti a caso e montati nell'ordine di estrazione.
Ahahah, vi giuro, non penso davvero di aver mai visto un film così sconclusionato. Merita di essere visto. vi giuro, raccontarlo non dà idea di che roba sia questo D-War. Altro che Ozpecoso.
Il film era il sopracitato D-War. E, manco a dirlo, il mio amico è perfettamente riuscito nel suo intento.
Il film è di una bruttezza rara. Una bruttezza che non riesce nemmeno a disgustare, mi sono ritrovato più volte a ridere di gusto di fronte agli evidenti buchi di sceneggiatura, alle inquadrature totalmente sballate, alla recitazione da codice penale. Ma il bello è che questo film è costato qualcosa come 75 milioni di dollari (americani, per i più puntigliosi)!
La trama (parola forte) è a grandi linee la seguente (è talmente sconclusionata che faccio fatica persino a scriverla in modo comprensibile): un'antica leggenda coreana narra di due draghi, uno buono come il pane, l'altro cattivo come la gramigna, e di come ogni 500 anni nasca una fanciulla che porta dentro di un sé un coso ('na specie di perla che dona poteri da Super Sayan al fortunato drago che se ne appropria) che in pratica diventa maturo al compimento del ventesimo compleanno della già nominata donzella. Ovviamente ogni 500 anni questi due draghi si infoiano come dei cani in calore per conquistare il coso. Nel frattempo, un vecchio babbione addestra un povero stronzo che dovrà proteggere la tipa dal drago cattivo e i suoi seguaci brutti e cattivi (che manco farlo apposta, ricordano vagamente i cattivi di Lord of the Rings). E qui già uno potrebbe chiedersi: ma perché diamine bisogna addestrare un povero mentecatto per proteggere la rintronata quando c'è già un drago buono pronto all'uso? Vabbè, non divaghiamo.
Succede un po' di casino, si passa ai giorni nostri (anzi, si torna, visto che quanto sopra è narrato, di merda, in flashback). Scopriamo che un povero coglione giornalista, interpretato da Jason Behr, è il protettore prescelto della nuova cretina reincarnata (una scialbissima Amanda Brooks). Il suo maestro è interpretato da Robert Forster, che ricopre anche il ruolo di tappa-buchi di sceneggiatura; quando il film è in un vicolo cieco, arriva lui dal nulla e risolve la situazione, lasciando personaggi e pubblico di stucco.
Succede ancora un po' di casino, le forze del male (realizzate in ottima CG) mettono a ferro e fuoco la città, i nostri eroi non fanno altro che scappare a piedi/in macchina/in elicottero, si arriva allo scontro conclusivo, i draghi si danno un po' di mazzate mentre i nostri eroi confermano la loro totale inettitudine al ruolo, fine (finale per altro che conferma l'incompetenza dell'autore, roba da mettergli le mani addosso).
Cioè, il mio resoconto è davvero molto più logico dello svolgimento del film, che sembra sceneggiato da un bambino dell'asilo dislessico. Succedono cose senza il mio minimo ordine logico, i personaggi si ritrovano in luoghi e situazioni senza che ci venga mostrato come e quando ci si sono ritrovati, i dialoghi sono scritti dal fratello più piccolo, e più scemo, del bambino di cui sopra, le scene si susseguono a caso, il montaggio è stato realizzato mettendo le varie scene in bussolotti della tombola poi estratti a caso e montati nell'ordine di estrazione.
Ahahah, vi giuro, non penso davvero di aver mai visto un film così sconclusionato. Merita di essere visto. vi giuro, raccontarlo non dà idea di che roba sia questo D-War. Altro che Ozpecoso.
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